Manipolato e stravolto dalle industrie alimentari l’alimento più antico e comune. Con quali conseguenze?

Manipolato e stravolto dalle industrie alimentari l’alimento più antico e comune.

Il lievito madre chiamata anche  pasta acida naturale e la farina del nostro pane.

Numerose proprietà positive sono riconosciute alla pasta acida naturale che per effetto dei tempi di lavorazione più lunghi, il prodotto risulta più digeribile. Il pane prodotto con la pasta madre, inoltre, si conserva più a lungo rispetto a quello ottenuto col lievito commerciale.

Il lievito madre permette ai batteri di decomporre i carboidrati e la proteina, il glutine elastico dell’impasto. La lievitazione rilascia i minerali contenuti nel grano così che il nostro corpo possa digerirli più facilmente ma l’impasto del lievito madre è un processo lento che non può star dietro alla voracità collettiva, per questo si usano le scorciatoie del lievito commerciale a rapida fermentazione. Sono tutte semplificazioni industriali, il lievito chimico, l’aggiunta di additivi e di enzimi, la raffinazione della farina che è povera  ma facile da lavorare e ideale perché si può tenere stoccata per mesi, così abbiamo stravolto in soli 50 anni l’alimento antico più comune e diffuso. Potevamo pensare che non portasse a conseguenze indesiderate?

Il glutine è una delle poche proteine che non riusciamo a digerire, non i celiaci, non i sensibili al glutine, ma tutti noi, e fa un danno collaterale che si chiama infiammazione. La panificazione di due generazioni fa era un processo che durava 16/18 ore, adesso la panificazione anche a parità di glutine dura d ue ore, quindi non si da il tempo a questi enzimi dei lieviti di diminuire il carico tossico.

Nei paesi industrializzati osserviamo un fenomeno incredibile di epidemie e di malattie infiammatorie croniche e anche malattie auto immunitarie come la celiachia o altre malattie infiammatorie come la sensibilità al glutine sembra essere in condizioni di epidemia.

Nell’odierna industria alimentare, la manipolazione del cibo distrugge quasi totalmente l’energia vitale, facendo perdere agli alimenti di cui ci cibiamo il 50% degli elementi nutritivi come minerali e vitamine (qualcosa di estremamente vitale per noi).

Le lavorazioni e i processi di sbiancamento delle farine ad esempio, tolgono al germe:

• 50% di Vitamina B6 ( quando abbiamo carenza di questa vitamina, si manifesta un calo di glicemia nel sangue, generando fame, ed una bassa tolleranza al glucosio, che predispone noi ad ingrassare).
• 50% di Calcio ( fondamentale per ossa e contrazioni muscolari)
• 50% di potassio (nostro alleato per l’idratazione e combattere la stanchezza fisica)
• 80% di Vitamina B1 (una sua assenza nel nostro organismo, provoca perdita di memoria, depressione)
• 60% di Vitamina B2 ( utile per la nostra epidermide)
• 70% di Fosforo ( fondamentale per il funzionamento celebrare)
• 98% di Magnesio ( che serve per equilibrare il sistema nervoso e l’equilibrio idrosalino

A tutto questo andiamo ad aggiungere i composti chimici utilizzati per lo sbiancamento delle farine. Ricordo che solo negli ultimi 50-60 anni abbiamo introdotto il pane bianco sulle nostre tavole, poiché all’epoca si utilizzavano solo farine integrali; il pane bianco si potrebbe definire uno dei tanti simboli di progresso economico e tecnologico che però non ha voluto tenere conto del nostro organismo.

Un consumo eccessivo di farina bianca, provoca un aumento di Insulina prodotta dal nostro organismo. L’insulina, favorisce il deposito di grasso, un rapido aumento di peso e valori di trigliceridi elevati; nel frattempo, il nostro povero Pancreas diventa così oberato di lavoro che la produzione di insulina si blocca; di conseguenza ipoglicemia (poco zucchero nel sangue) e diabete fanno la loro comparsa…. Non è forse un caso che il diabete sia una delle malattie croniche più diffuse negli ultimi decenni.