Piante bio indicatrici: dall’analisi del suolo al miglioramento del terreno

 Le piante spontanee ci permettono di fare un’analisi del suolo senza il laboratorio.

Le piante spontanee ci permettono di fare un’analisi del suolo senza il laboratorio. Proprio così! Una pianta spontanea non cresce per caso.

La natura fisica e chimica del suolo permette a certi semi di nascere, mentre ad altri no. Questo ci permette di sapere che in presenza di certe piante il terreno è più acido o basico, vi è assenza o abbondanza di acqua, il ferro è bloccato oppure no, e tanto altro ancora.

Capire i loro messaggi permette al contadino di utilizzare il metodo che accompagna la rigenerazione della fertilità.
Osservare le simbiosi all’interno di un campo ma anche le simbiosi tra il campo stesso e il territorio da un’infinità di informazioni per lavorare con la terra e crescere con essa.

Così facendo impareremo che un contadino può conoscere il suo suolo molto meglio che un laboratorio, e può farlo semplicemente mettendo la mano nella terra.

Sabato 17 novembre dalle ore 14:00 alle 17:30 a MalaChianta con Emile Jacquet e Francesco Mastroleo

Dopo aver analizzato con Emile quali sono i messaggi che le piante ci danno vedremo infine quali possono essere le tecniche per migliorare la situazione del nostro terreno e quale può essere il ruolo dei nostri animali, ma soprattutto, a prescindere dalle tecniche, parleremo dell’importanza della condivisione delle esperienze degli agricoltori.

Fare rete, confrontarsi, unire le forze e le idee, è la soluzione migliore per trovare risposte alle criticità sempre più impellenti legate alla terra, a non trovarsi soli ad affrontare i grandi problemi che ci prospetta il futuro ma soprattutto a ottimizzare e valorizzare il lavoro di tutti noi.

Costo € 15,00 

Prenotare al 3891525855 entro il 16 novembre.

Come raggiungere il posto:  le coordinate Maps 40.416911,18.071932 agro di Trepuzzi. Dalla superstrada svincolo Squinzano – Casalabate, direzione Squinzano dopo cavalcavia svoltare a sinistra direzione Trepuzzi, verso stadio comunale Vittorio, superato lo stadio procedere ancora dritto, prima dell’ingresso a Trepuzzi svoltare sulla destra, come riferimento Masseria abbandonata. Ingresso a circa venti metri sulla destra.

Francesco Mastroleo

Oggi come ieri agricoltore. Cresciuto nell’azienda di famiglia si è dedicato fin da piccolo alla terra, iniziando a potare i suoi olivi all’età di 15 anni.

Da sempre attento al lato economico ed ecologico di questo lavoro, ormai da 30 anni si è reso conto dei vantaggi di un’agricoltura sostenibile.

Per questo a metà degli anni ‘90 ha deciso di abbandonare totalmente l’agrochimica e recuperare le tecniche dei propri avi.

Grazie a queste e con l’aiuto della tecnologia oggi gestisce l’azienda Torre dei Mastro in maniera ecologicamente sostenibile, senza l’utilizzo di alcun pesticida e con il supporto di animali da lavoro.

Un aiuto a 360 gradi che spazia dal traino alla produzione di compost ed ammendanti necessari per la gestione dell’azienda, alla buonissima compagnia che solo un animale del genere può dare.

Emile Jacquet

Oggi carpentiere tradizionale, contadino e consulente agricolo, è cresciuto in costante contatto con la natura.

Appassionato di eco-sistemi naturali, osserva e adatta all’agricoltura le simbiosi che permettono alla natura selvaggia di prosperare.

Ha lavorato come carpentiere tradizionale in tutta la Francia e Inghilterra. Ha partecipato alla costruzione di varie case passive, alcune in paglia, e lavorato su carpenteria vecchia di centinaia di anni.
Convinto dalla sua esperienza che l’agricoltura naturale sia l’unica risposta alle attuali crisi sociali e ambientali è tornato all’agricoltura per poter contribuire alla transizione ecologica in corso.

I viaggi lo hanno portato in India dove ha partecipato alla creazione di una banca per custodire semi antichi. Oggi gestita dagli indiani stessi che distribuiscono gratuitamente semi non F1 e non OGM ai contadini bisognosi e al contempo formano i contadini alle buone pratiche di riproduzione dei loro semi.

Emile Jacquet pratica e promuove un’agricoltura naturale e manuale, oltre alla certificazione biologica. Tutti i suoi lavori vogliono essere un esempio di coltivazione professionale, che segue i principi degli eco sistemi naturali per fare oggi dell’agricoltura un mestiere per il futuro.

Ha il piacere di accompagnare varie aziende nella realizzazione dei loro progetti per capire con loro come vivere dignitosamente dei frutti della terra.