Le malerbe utili nella difesa delle colture orticole

Le malerbe (MalaChiante) utili nella difesa delle colture orticole

Alcune specie della flora spontanea possono essere una risorsa nella difesa delle colture: ci sono diversi casi in cui esse si rivelano buone indicatrici della presenza di alcuni organismi dannosi, in particolare insetti.

Alcune piante spontanee, infatti, possono ospitare specie che attaccano le coltivazioni e pertanto ci aiutano a capire quando è opportuno intensificare la sorveglianza delle colture (monitoraggio), oppure attivare adeguate misure di contenimento.

Le malerbe ospitano gli insetti utili

Le erbe infestanti possono ospitare
anche diversi insetti utili (ausiliari) che,
a seconda delle loro necessità, possono
trovare su di esse fonti di nutrimento sia
animali (prede da divorare, organismi
da parassitizzare) sia vegetali (nettare,
polline, melata, vari succhi vegetali).

Facciamo un esempio: negli orti  la melanzana e lo zucchino può avere un attacco da  un comune insetto dannoso, l’afide Aphis gossypii, questo è controllato dai suoi nemici naturali in maggio-giugno,
normalmente accade che questi insetti
utili abbandonino la coltivazione a causa della scarsità di cibo venutasi a creare. Ma se nell’orto – o nelle sue vicinanze – sono stati preservati alcuni esemplari di particolari specie della flora spontanea che sono ospiti di fonti alternative di cibo – per esempio, altri afidi – una parte degli ausiliari potrà mantenersi sul posto e, con maggiore probabilità, proteggere melanzana e zucchino anche nel caso di infestazioni tardive dell’afi de che si verifi chino verso la fine dell’estate.

È questo il passaggio fondamentale:
far diventare risorsa quella che, nel modo ordinario di vedere, sembrerebbe non esserlo e quindi, nel nostro caso, controllare un afide servendosi di un altro afide; in altre parole «il problema è la soluzione».
Ci possono fornire informazioni preziose.

La presenza delle «erbe infestanti» può favorire gli attacchi di alcuni insetti dannosi alle coltivazioni?

È un’eccezione che un insetto dannoso risparmi una coltura semplicemente perché non trova nelle sue vicinanze specie spontanee che lo ospitino: gli insetti sono molto più evoluti ed efficienti di quello che mediamente si crede, la regola è che essi raggiungano sempre il loro bersaglio (non dimentichiamo che gli insetti sono dotati di organi di senso molto affinati per individuare le piante ospiti e che gli adulti possono volare).

Dato che gli attacchi di molti tipi di insetti si ripetono sistematicamente ogni anno (la dorifora su patata e melanzana, gli afidi su zucchino e cetriolo, la rapaiola e le nottue sui cavoli, solo per fare alcuni esempi) l’uso della flora spontanea come nostro «informatore» ci dà, piuttosto, l’opportunità di attivare precocemente le misure di contenimento.

Per esempio, ai margini o fra le file di una coltivazione di lattuga o di radicchio possiamo lasciare crescere alcuni
esemplari di grespino spinoso – specie
ospite per gli afidi del radicchio o della
lattuga – per usarli nella pratica del monitoraggio come indicatori di un possibile inizio delle infestazioni sulle colture.

Attenzione, per monitorare la presenza di un insetto dannoso non è opportuno che ci concentriamo solo sull’osservazione della flora spontanea, perché anche la coltura va sempre ispezionata: in altre parole, l’osservazione della flora spontanea ci aiuta a rendere più efficace il monitoraggio.


Quante malerbe utili lasciare?

La flora spontanea, così come può
ospitare un parassita, può anche fornire
alimento ai suoi nemici naturali, facen￾doli avvicinare e mantenendoli in prossimità delle coltivazioni: pertanto la sua
eliminazione va fatta in modo ragionato, tenendo conto del grande contributo
che gli organismi utili portano nel controllo di quelli dannosi.

La quantità di queste «malerbe utili»
da preservare non dovrebbe mai limitare la produttività delle colture: in generale possiamo lasciare crescere fi no a
5-6 piante ogni 20 metri quadrati di orto, fra le fi le coltivate o lungo i bordi.
Ma se la fl ora spontanea dovesse essere un pericolo per le nostre colture, per esempio perché su di essa abbiamo rilevato sintomi di virosi o malattie fungine
dannose per gli ortaggi che coltiviamo,
oppure se non siamo sicuri che la fl ora spontanea presente nell’orto sia utile, o ancora se sono presenti erbe che sarebbero utili, ma che purtroppo temiamo possano proliferare in modo incontrollato, perché capaci di moltiplicarsi anche per via vegetativa (per esempio lo stoppione), allora in tutti questi casi eviteremo di lasciarle crescere e le estirperemo.

Le malerbe utili, indicatrici dello stato di salute del terreno