In seguito alle dichiarazioni della Ministra Bellanova, la quale afferma di voler aprire a OGM e CETA e che le priorità sono eradicazione degli ulivi e investimenti in Puglia, il Salento non si è fatto attendere e attraverso la rete Salento km0, associazioni e aziende agricole hanno risposto in maniera solida e chiara con una lettera sottoscritta anche da noi associazione MalaChianta, pubblicata da più organi di informazione.
Altre e tante le reazioni del popolo del web che ha condiviso e appoggiato largamente il comunicato indirizzato alla ministra.
Tra le reazioni:
“Una vera e propria nemica del popolo Teresa Bellanova!”
di Boris Tremolizzo
Segretaria provinciale della Flai Cgil negli anni in cui fu smantellata la coltivazione del tabacco, passò, pochi anni dopo, ad occuparsi di tessile calzaturiero. In particolare, ha seguito le vertenze di Filanto ed Adelchi fino a quando queste aziende non hanno delocalizzato completamente la produzione lasciando a casa oltre 15000 operai.
Una volta smantellato completamente il tessile-calzaturiero, l’attuale ministra, fu promossa e cominciò a lavorare alla direzione della Cgil di Roma. Qua diviene parlamentare, in quanto dalemiana di ferro, fino a quando non fiuta il vento e diventa renziana, ottenendo come ricompensa postazioni di governo.
È sottosegretaria al lavoro nel periodo in cui viene pensato, scritto e varato il Jobs act che smantella l’art.18 e rende inutilizzabile ed insignificante lo statuto dei lavoratori.
Ecco, dopo aver partecipato, a vario titolo, alla cancellazione della coltivazione del tabacco e del tessile calzaturiero nella nostra provincia, alla cancellazione dei diritti acquisiti dopo un secolo di lotte dai lavoratori, nella piena emergenza dell’olivicoltura salentina, il pd decide di mettere la signora Bellanova al ministero dell’agricoltura…
La ministra dell’agricoltura “bracciante”
Si è fatto un gran lavoro di mitopoiesi su una neo-ministra dell’agricoltura “bracciante”, che lotta strenuamente a difesa degli umili, che ha costruito la sua carriera nelle campagne salentine alla guida delle leggendarie battaglie dei braccianti. Peccato che nessun salentino queste battaglie le abbia mai percepite…
Il caporalato, in questi anni, da retaggio di un passato di sfruttamento para-schiavistico in un’agricoltura arretrata, si è trasformato in un modernissimo laboratorio di riduzione dei costi della forza lavoro, praticato nelle filiere più moderne della produzione salentina come quelli del vino e delle angurie.
Lo squallido tentativo di legittimarsi come una di loro agli occhi dei lavoratori delle campagne, è accompagnato dall’assunzione delle posizioni delle associazioni padronali come posizioni ufficiali del governo riguardo alla questione del disseccamento degli ulivi in salento. Posizione che stride pesantemente con gli interessi di braccianti e piccoli coltivatori…
Il sostegno al Ceta, trattato di libero commercio col Canada, cozza, a sua volta, con gli interessi sia dei braccianti che dei padroni delle campagne.
Come mai la ministra Bellanova, che tanto servizievole si mostra con le locali associazioni di categoria dell’agricoltura, questa volta va contro di loro?
Ma perché, questa volta non si tratta di scegliere semplicemente tra padroni e lavoratori, ma si deve scegliere tra i padroni locali e la finanza internazionale, i mercati, che vogliono mettere nero su bianco la supremazia dei loro interessi speculativi sulla sovranità alimentare dei popoli.
Per farlo, estendono un modello di agricoltura slegata completamente dalla terra, un’agricoltura uniformata, senza tipicità, plastificata, creata nei laboratori delle multinazionali della chimica; un’agricoltura che va oltre la natura e contro la salute dei consumatori.
Un’agricoltura che va contro quegli stessi interessi nazionali che la ministra dovrebbe tutelare, interessi fondati interamente, in questo comparto, sulla tipicità ed unicità del made in Italy.
Quello che stanno facendo con gli ulivi in Salento va completamente nella direzione indicata dalla finanza internazionale prima ancora che dai piccoli interessi di bottega locali.
•Boris Tremolizzo, noto per aver sostenuto molte vertenze di lavoro tra cui quella contro il caporalato a Nardò.
Sui discorsi di questi giorni sugli OGM si è espressa anche la nostra Elena Tioli che al Resilienze Festival, ha parlato del perché prima di aprire la porta agli Ogm, la neo ministra Bellanova, dovrebbe aprire la porta per lo meno ad altri due o tre ministeri e a TUTTA la cittadinanza.
“Perché quando si parla di agricoltura non si parla mai solo di agricoltura”.
di Elena Tioli
Ho parlato dell’India, dove la cosiddetta “Rivoluzione verde” è arrivata negli anni ’70 a suon di semi geneticamente modificati, brevetti e pesticidi. E oggi la popolazione paga un prezzo altissimo di quelle scelte “agricole”. Interi paesi sono sul lastrico, i piccoli produttori sono stati spazzati via, regioni un tempo floride sono state trasformate in deserto. Nessuna delle promesse della nuova agricoltura è stata mantenuta.
Così come in Argentina, o in Brasile, dove da decenni gli Ogm mietono vittime. Non solo tra gli agricoltori. Donne, uomini e bambini avvelenati, malformati, malati. Le foto di Pablo Ernesto Piovano ne sono triste testimonianza.
E poi dell’Almeria, “eletta” oltre 40 anni fa “orto d’Europa”. Oggi distesa di serre, abitata per lo più da immigrati disposti, o costretti, a vivere in un mare di plastica, pagati poco e male. Attorno uliveti superintensivi che hanno risucchiato fino all’ultima goccia dell’acqua dei fiumi e delle falde acquifere dell’intera provincia. Agli abitanti hanno lasciato acqua desalinizzata (disgustosa) e distese di deserto. Nessuna ricchezza per la popolazione locale è arrivata dal modello agricolo del futuro.
Il modello spagnolo che oggi in tanti auspicano anche per la Puglia. Ho raccontato dell’insensatezza di un progetto che vede abbattere ulivi secolari e millenari per far spazio a campi intensivi avidi d’acqua e di fitofarmaci, in una zona in cui già ora di acqua ce n’è poca e di veleni troppi. Quando ne ho parlato con Vandana Shiva le sono serviti pochi minuti per avere chiarissima la questione. Land grabbing.
•Elena Tioli, blogger, scrittrice, collaboratore parlamentare. Si occupa di comunicazione politica e ambientale, collabora con diverse realtà ecologiche e solidali.
Autrice di Vivere senza supermercato (ed. Terra Nuova).
Cura i blog
vivicomemangi.it e viveresenzasupermercato.it