Tra il 14/15 settembre sul sito del consigliere Regionale, Fabiano Amati è stato pubblicato un articolo con titolo a caratteri cubitali che afferma, “Xylella ricerca Scortichini: depositata la relazione finale. Nessun risultato plausibile e campo sperimentale abbandonato e distrutto”
Nell’articolo mostrano il primo campo sperimentale del Professore in stato di abbandono, si tratta del primo campo sperimentale sul quale sono stati interrotti i trattamenti ormai da tempo, tale evento ha costretto il professore a orientare le sue ricerche su altri uliveti di aziende disponibili a sperimentare.
In seguito alla pubblicazione del consigliere Amati, il Prof. Marco Scortichini del Crea-Centro di ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura a replicato a mezzo stampa nel tentativo di fare chiarezza sulla vicenda.
Vi proponiamo quindi la replica integrale del Professore, inoltre vi invitiamo a visualizzare la prima e la seconda parte dei video documentario di Agrilinea contenenti le interviste ai proprietari e le immagini degli uliveti interessati dal protocollo di strategia di contenimento del co.di.ro. proposto dal Prof. Marco Scortichini.
http://www.agrilinea.tv/site/index.php?option=com_content&task=view&id=1071&Itemid=1
Inoltre potete visualizzare il video della relazione del Professore ospite a MalaChianta il 4 marzo 2019. A seguito di quel incontro diversi proprietari si sono uniti per l’acquisto collettivo del prodotto attraverso MalaChianta.
La replica integrale del Prof. Marco Scortichini
In riferimento a quanto riportato dai consiglieri regionali circa i risultati ottenuti nell’ambito del cosiddetto “progetto Scortichini”, si rendono necessarie alcune considerazioni e precisazioni cuil’estensore della nota non ha data il giusto peso.
Si sottolinea, innanzitutto, che le attività di sperimentazione in campo, da sempre ed in ogni luogo, servono ad individuare quali sono le prerogative di un prodotto nel contenere una certa malattia.
Nel caso in questione (azienda sperimentale di Veglie), si è precisato più volte che la prova triennale ha consentito di verificare l’efficacia di campo di zinco-rame-acido citrico nel ridurre i sintomi indotti da Xylella nell’oliveto nonché la riduzione dell’inoculo batterico all’interno della pianta.
Parte dell’azienda non sottoposta ai trattamenti (alberi controllo) è andata distrutta dalla malattia. Conseguentemente, già nel corso dell’ultimo anno di prove, il proprietario ci manifestò la volontà di non proseguire nella coltivazione dell’oliveto, in quanto non più gestibile secondo i consueti criteri e che, nel futuro, avrebbe ospitato colture più redditizie dell’olivo. Non vi è stato, quindi, nessun abbandono causa inefficacia del protocollo.
Al contrario, a testimonianza dell’efficacia della prova sperimentale, altre aziende hanno iniziato ad adottare il protocollo di difesa con successo. A tale proposito, nella stessa relazione, si evidenziava come la prova sperimentale abbia costituto un “nucleo fondativo di conoscenza” per altre aziende del settore.
In particolare aziende di Nardò, Cannole, Otranto, Uggiano, Giurdignano, Grottagle, da 4 anni, applicano con successo la cosiddetta “cura Scortichini”, portando ai frantoi il loro prodotto.
Nella stessa relazione si fa riferimento ai recenti servizi riportati su www.agrilinea.tv che illustrano, appunto, il successo delle suddette applicazioni.
Credo che un progetto vada giudicato sulla base della divulgazione concreta della sperimentazione svolta e l’applicazione della stessa rappresenta la riuscita del progetto stesso.
La validità della sperimentazione, inoltre, è stata supportata scientificamente dagli studi di risonanza magnetica nucleare condotti dall’Università del Salento che hanno verificato come gli alberi di olivo, a seguito dei trattamenti, iniziano a riprendere le normali attività metaboliche, a differenza dalle piante che non li ricevono che esprimono molecole legate a processi infettivi.
Continuare a far riferimento a situazioni più volte spiegate e non prendere in considerazione la reale portata delle prove svolte non giova alla comprensione ed alla risoluzione dei problemi che Xylella costituisce per l’olivicoltura pugliese.
MalaChianta ringrazia il Prof. Marco Scortichini e augura buon lavoro.