La verticilliosi dell’olivo

La verticilliosi dell’olivo

Gli ulivi secolari, dai tronchi contorti e di grandi dimensioni, andrebbero sempre difesi e protetti

Un’elevata carenza d’acqua come spesso accade durente le estati pugliesi, provoca caduta dei frutti e ne diminuisce il contenuto d’olio: le olive sono più esposte ai danni, alle malattie e ai parassiti, con la compromissione del raccolto.

Numerosi parassiti possono provocare il disseccamento di piante di olivo anche giovani, o di interi individui adulti.

Una infinita varietà di patogeni può infestare gli olivi.

Tra le malattie più temute, vi è la verticilliosi (o tracheoverticillosi) dell’olivo, il cui responsabile è un fungo patogeno detto Verticillium: le piante colpite perdono foglie e frutti e muoiono, anche se a volte tendono a reagire mediante l’emissione di nuovi polloni nella parte inferiore del tronco.

Quando un vegetale è affetto da Verticillium, il fungo colpisce prima di tutto le radici, e poi si arrampica per i vasi dello xilema e si dirige verso i rami, ostruendo i canali linfatici e provocando infine la necrosi di alcune parti della pianta.

Lo sviluppo della malattia è aleatorio, possono passare da qualche settimana fino a diversi anni prima della comparsa dei primi danni gravi.

A questo punto, uno o più rami cominciano a seccarsi pesantemente, fenomeno che si aggrava in presenza di temperature elevate.

Sezionando uno dei rami colpiti, si può osservare un imbrunimento dello xilema, caratteristica inequivocabile della presenza del fungo che determinerà l’appassimento progressivo della pianta, prima di una parte solo e, qualora non si dovesse intervenire, addirittura dell’intero esemplare, con conseguente perdita dello stesso.

L’alterazione e’ stata segnalata oltre che in Italia anche in Francia, Grecia, Turchia, Spagna, Siria e U.S.A.

Diverse indagini hanno dimostrato che questa patologia è in espansione nel bacino del Mediterraneo, per tre motivi.

Il primo motivo è rappresentato dalle modalità con cui la malattia si trasmette: le radici infette di un olivo che rimangano nel terreno dopo l’asportazione delle piante morte, costituiscono un focolaio di infezione poiché il fungo può conservarsi nel terreno anche per 10 anni.

Il secondo motivo è che gli organi di propagazione si possono conservare per molto tempo (anche 10-15 anni) in terreni che hanno ospitato precedentemente piante erbacee orticole infette.

Il terzo ma non meno grave motivo, è che la penetrazione del fungo all’interno delle piante di olivo non è difficilissima: avviene in genere attraverso le radici, a partire da lesioni causate da insetti, o attrezzi meccanici.

Si può dire che più rara, ma sempre possibile, è la penetrazione attraverso rami tagliati con le operazioni di potatura.

La sintomatologia in seguito all’attacco della tracheoverticilliosi si manifesta sulla parte aerea della pianta, cioè a partire dalle foglie, in modi diversi.

Vi può essere un decorso veloce e allora le foglie appassiscono leggermente per poi disseccare e piegarsi a doccia nell’arco di pochi giorni assieme ai rami dove a volte restano attaccate.

Oppure vi può essere un decorso molto più lento, in cui le foglie ingialliscono, disseccano progressivamente, infine cadono.

Pur essendo stata rilevata sia in vecchi oliveti che in nuovi impianti specializzati è su questi ultimi che la malattia si rende più pericolosa e facilmente diffusibile e pertanto può creare problemi reali di difficile soluzione.

Non essendo disponibili validi metodi di lotta, la diagnosi tempestiva può contribuire a limitare il diffondersi dell’infezione.

Danni: In giovani soggetti la malattia, provocando la perdita dell’estremità delle branche in formazione, compromette l’intero sistema di impalcatura della pianta.
Alcuni Autori riferiscono che attacchi su piante di 5 – 15 anni di età causano l’avvizzimento completo dopo 1-3 anni dalla comparsa dei primi sintomi esterni e che, in piante adulte di notevoli dimensioni, il patogeno determina la riduzione della vegetazione e la defogliazione delle branche non portando però a morte la pianta.

Strategie di prevenzione e difesa: Non sono segnalati attualmente interventi di lotta chimica e biologica, preventivi o curativi, di importanza pratica. La scelta di varietà resistenti alla malattia e l’asportazione chirurgica delle parti di pianta deperite o disseccate, con susseguente disinfezione dei tagli più grossi con una colla vinilica in con benomil all’1%, risultano gli unici criteri attuabili per la salvaguardia dell’oliveto.

Recenti ricerche sulla resistenza varietale indicano le cultivar Santagostino, Ascolana e Leccino molto suscettibili, Coratina e Frantoio tolleranti, Frangivento dotato di una certa resistenza, da confermare, alle popolazioni del fungo presenti in Italia. Su Ogliarola e Cellina non abbiamo dati.

Essendo Verticillium dahliae un patogeno che dimora nel terreno e che risulta in grado di infettare anche al pomodoro, melanzana e peperone l’eventuale consociazione di tali colture o la presenza di infestanti soggette agli attacchi del micete favorirà una più facile diffusione della malattia.

Xylella non è patogenica

Gli ulivi di Puglia non muoiono a causa della xylella

Boscia scrive a Maria Saponari, ricercatrice del Cnr (15 marzo 2014): “Non banalizziamo la prova: se usiamo la coratina, la infettiamo con la fastidiosa, la osserviamo asintomatica per uno, due, tre… quindici anni, poi quando Martelli sarà morto, Savino forse, io non so, la professoressa avrà avuto una crisi isterica perché non ci ha guadagnato nulla in tutti i sensi, tu avrai l’età mia e pubblicherai che (Xylella, ndr) non è patogenica (ma questo lo sappiamo già): embè?”.

I personaggi noti di questa storia: Franco Nigro, Maria Saponari e Donato Boscia sono ricercatori che hanno avuto, da parte della Regione, il monopolio della ricerca.
Vito Savino Nicola è il direttore dei laboratori privati Selge del Basile Caramia di Locorotondo che hanno ottenuto da parte della regione il monopolio delle analisi. Antonio è l’ex direttore l’osservatorio fitosanitario.
Martelli Giovanni è il barone universitario dell’Unibari.

http://www.trnews.it/2019/05/07/inchiesta-xylella-archiviata-ecco-le-conversazioni-riservate/252099

https://malachianta.altervista.org/i-consigli-dellagronomo-flavio-polo-per-mantenere-loliveto-in-un-buon-stato-agronomico-e-fitosanitario/