La Befana discende da tradizioni precristiane, la parola “Befana” vuol dire Epifania dal greco epiphàneia, è una figura folkloristica legata alle festività natalizie, tipica di alcune regioni italiane e diffusasi poi in tutta la penisola italiana, meno conosciuta nel resto del mondo.
Secondo la tradizione, si tratta di una donna molto anziana che vola su una logora scopa, per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, la notte dell’Epifania e riempire le calze lasciate da essi, appositamente appese sul camino o vicino a una finestra.
La Befana tra agricoltura e natura.
L’origine connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, già nel Neolitico era un culto legato a una divinità che incarnava lo spirito degli antenati. Questa si materializzava in inverno alle famiglie riunite intorno al fuoco, ed aveva sembianze femminili. La donna dal naso adunco era benaugurante per il raccolto dell’anno seguente.
Sempre nell’antichità precristiana, in tutta l’area del Mediterraneo, la notte tra il 5 e il 6 gennaio nelle tradizioni agrarie pagane si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso il sacrificio di Madre Natura, rappresentata in modo decrepito e senile.
Anche nel nord dell’Europa c’erano nelle culture pagane locali Dee Madri generatrici del Tutto, che nelle notti del Solstizio d’inverno scendevano sui campi per benedirli.
Nella tradizione celtica e in quella delle lande nordiche, con Holla, Berchta e Frigg, la befana è una personificazione al femminile della natura invernale, viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte, aleggiando sopra i campi e terreni di notte ne propizia la fertilità. Questa divinità, nelle dodici notti del Solstizio d’inverno, si recava a visitare ogni casa, entrando dalla cappa del camino, spargendo e dispensando fortuna. Figure simili sono presenti in Svizzera.
Viene festeggiata nei 12 giorni che seguono il Natale, culminanti in coincidenza con l’epifania, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l’anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire, però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l’anno successivo.
La Befana l’origine rurale
L’origine rurale della Befana, affonda le radici nel nostro passato agricolo, infatti nella storia l’origine “agricola” della Befana si deduce dai suoi doni più tradizionali: frutta secca, arance e carbone.
La frutta secca, presso molti popoli, era considerata un dono di buon auspicio. Lo stesso carbone, oggi portato dalla Befana come dono “negativo”, sarebbe collegato alla tradizione dell’antica Roma di bruciare un tronco di quercia nei dodici giorni successivi alla “festa del sole” (25 dicembre) e dal carbone prodotto si sarebbero potuti trarre auspici sulla fortuna dell’anno successivo. Il carbone, oltre ad essere il simbolo di un’energia latente, era considerato anche un portafortuna che aiutava a scacciare malattie e sventure.
Oggi la Befana rappresenta l’ultimo momento di festeggiamenti natalizi, gli ultimi doni prima di chiudere il capitolo Natale. E’ momento di scambi e pensieri gentili, regalini e dolci. Una festa però sempre più commerciale che spirituale, come del resto anche il suo “collega” babbo natale ben sa.
La novità
La novità è data da una svolta green rappresentata da una più sana alimentazione, che influenza anche la festa della Befana.
Molte famiglie infatti si sono orientate verso doni come la frutta secca: noci nocciole e ancora fichi e prugne secche, tornando a preparare biscotti fatti in casa.
Ci sono anche molte iniziative utilizzando prodotti tipici locali del territorio da inserire nelle calze.
Grazie per l’attenzione sperando di avervi donato una nuova consapevolezza.
Buona festa dell’Epifania da MalaChianta.