No categorico. Discussa nella Consulta Ambientale di Trepuzzi la proposta di delibera delle associazioni di categoria.

Screenshot_2016-09-17-00-29-00-1 Trepuzzi. Uno dei punti dell’ordine del giorno della Consulta ambientale, la proposta di delibera “Disastro Xylella, prospettive oltre il danno. Un problema agricolo, sociale, ambientale e culturale “
Con un simile argomento volevate che l’ASS. MalaChianta mancasse? Certo che non potevamo mancare.

Nella seduta della consulta si parla di una delibera nata in un convegno tenuto all’Hilton Hotel a Lecce, una genialata al quanto prevedibile vista la provenienza, a nostro parere, ma non solo pare, dannosa per il territorio, la salute pubblica e l’identità sociale e culturale. La proposta di delibera che sta facendo il giro di tutti i comuni in questi giorni, tra l’altro arriva tutta bella pronta e confezionata, prevede indennizzi per chi ha subito danni da Xylella, ovviamente gli indennizzi li riceve solo chi ha un’azienda ed è possessore di partita iva, ciò vuol dire che i proprietari privati non avranno nulla e sono in maggioranza ad aver riportato danni, oltre tutto senza neanche una controprova dell’effettiva esistenza del batterio sulle piante eradicate, e comunque l’indennizzo è pari all’1%. Parlano di reimpianto di varietà resistenti ma non specificano ad esempio quali, visto che il disseccamento ha colpito tutte le varietà. Puntano a rilanciare il settore con la produzione intensiva e come sappiamo ciò comporta un massiccio utilizzo di pesticidi, e anche qui un punto a sfavore della salute pubblica. Gli impianti intensivi porteranno un declassamento del prodotto e non saremo più competitivi sul mercato, da tenere in conto che la messa in dimora ha un costo per ettaro di circa 20.000 €. Abbiamo poi fatto presente che non esiste ragione per la quale si debba sostituire eventualmente le nostre varietà con varietà leccino, dal momento che la Toscana che ha prevalenza di questa qualità nel suo territorio, finisce sui giornali perché acquista olio pugliese per poi spacciarlo per olio toscano. La proposta di delibera tratta anche l’argomento dell’acqua e la ristrutturazione delle strutture per le acque reflue, e anche per questo punto sappiamo che per l’impianto intensivo la quantità di acqua richiesta è veramente tanta, impossibile da supportare per la nostra falda che oltre tutto sarebbe ulteriormente compromessa a causa dei residui di pesticidi che ricadrebbero nuovamente nella falda stessa visto l’eccessivo utilizzo nei trattamenti di sostanze chimiche. Tutte queste richieste sono state partorite da associazioni di categoria quali CIA, Apol e Italia Nostra, e da politici come De Castro, Fitto, Mauro Ferro che si sono preoccupati di far recapitare ai comuni un simile documento. Ci sarebbe da chiedersi perché tutta questa fretta dato che sono appena stati convocati tutti gli interlocutori dei bandi che riguardano il contrasto al codiro, e dove erano quando il problema era ancora confinato nei paraggi di Gallipoli, o prima ancora quando si uccideva letteralmente il redito della nostra agricoltura locale e si induceva il proprietario a praticare il non coltivo, o peggio ancora, dove erano queste associazioni di categoria quando i proprietari intascavano l’integrazione senza applicare nessuna pratica agricola e abbandonavano le terre?
Nella consulta abbiamo potuto però tirare un sospiro di sollievo perché confrontandoci su tutti i punti abbiamo potuto constatare che eravamo tutti d’accordo su un netto e categorico no a questa proposta di delibera preconfezionata ad arte, tra l’altro è stato gradevole constatare l’apertura al dialogo del assessore all’ambiente di Trepuzzi che si è mostrato interessato alla problematiche in questione. Attendiamo il prossimo consiglio, dove l’amministrazione comunale ed il Sig. Sindaco dovranno assumersi la responsabilità per la quale chiamati a tutelare la salute pubblica dei propri cittadini.
Attendiamo con fiducia.