Dopo la neve ed il gelo la primavera. Riprendono a germogliare gli ulivi in sperimentazione.

Ulivi riprendono a germogliare nonostante il co.di.ro, la neve ed il gelo. Le pratiche eseguite in seguito alla sperimentazione? Inerbimento intensivo.

Dopo l’entusiasmo per i risultati ottenuti con la sperimentazione grazie alla complicità delle temperature e le piogge di ottobre/novembre del 2016, l’arrivo della neve e del gelo nel mese di gennaio 2017 ha portato ad uno stravolgimento completo della situazione, suscitando tra i proprietari degli ulivi trattati, momenti difficili. Ma poi le risposte arrivano con la primavera, con le cure e la costanza.

I danni da freddo-gelo causati quando la temperatura decresce bruscamente, e sappiamo bene che l’albero di ulivo comincia ad essere sofferente quando la temperatura invernale scende sotto i -3-4°C, nel nostro caso nelle campagne salentine le temperature sono scese a -7°C,inevitabili sono i danni che si manifestano sulle foglie della pianta; queste assumono una colorazione bronzea, gli apici dei germogli disseccano ed in seguito cadono lasciando la pianta semi o completamente defogliata. In caso di freddo intenso, si può arrivare alla necrosi del cambio nei rami più giovani estendendosi via via anche a quelli più grossi, fino a interessare branche e tronco. Dunque, la pianta presenta lesioni sui diversi organi ed il sollevamento della corteccia. Il danno si amplifica quando il fenomeno meteorologico si prolunga per giorni soprattutto in presenza di gelate o neve, e in Salento la neve nelle campagne si è protratta almeno per tre giorni.

A tal proposito, ricordiamo perfettamente l’articolo di giornale del lunedì 23 gennaio della Gazzetta del Mezzogiorno, dove si denunciava l’aumento dei sintomi sulle piante già infette e quanto la situazione nei focolai fosse ormai sconfortante, come se non fosse un fatto naturale, e che ciò non coinvolgesse tutte le piante, senza alcuna distinzione. Ci piacerebbe che anche quando gli ulivi presentano un mutamento al contrario, cioè in direzione miglioramento, ne fosse data notizia allo stesso modo, ma ci rendiamo conto che forse questo è chiedere troppo? Quindi le notizie ve le diamo noi, anzi vi mostriamo nelle foto ciò che accade agli ulivi nei focolai, quelli in sperimentazione, quelli di cui nessuno parla perché il motto del business in atto e quello del “sta sicca tuttu”.

    

La sperimentazione, la stessa approvata dalla Regione Puglia, proposta e portata avanti nel Salento da Roberto Polo, agricoltore e presidente dell’associazione Salento Sostenibile, grazie anche e sopratutto agli sudi del prof. Giusto Giovannetti microbiologo al CCS Aosta (Centro di Colture Sperimentali), specializzato nello studio della rizo sfera, lo strato che separa la radice dal suolo, di circa 1 mm, caratterizzato da un altissimo tasso di biodiversità, è stata accompagnata da un intenso inerbimento. Possiamo dire di essere ritornati nuovamente ottimisti, gli ulivi ce la mettono tutta davvero, provano a resistere e i loro segnali dicono tutto, vogliono vivere e mostrano tutta la loro gratitudine verso chi li cura e li ama. Attualmente le piante in sperimentazione di proprietà dei soci di MalaChianta sono 818 dislocate in diversi paesi, una sperimentazione dal basso di una tecnica colturale di ripristino della flora batterica del terreno, senza l’aiuto di chimica, contro il disseccamento degli olivi (codiro). Micosat, ricordiamo, è un fertilizzante studiato e migliorato in continuazione, appositamente per gli ulivi salentini.

Le immagini di seguito dicono molto, a voi le conclusioni, a noi germogli di ottimismo, vi lasciamo le foto degli ulivi in segno di pace e speranza e un auguri per una serena e Santa Pasqua.