Vaschette metalliche e carta stagnola, tossiche per la salute, perché?

Secondo gli esperti, l’alluminio presente nelle vaschette metalliche e nei fogli di carta stagnola, può facilmente migrare negli alimenti e “portare a un superamento della dose massima stabilita” con un conseguente e potenziale rischio per la salute vulnerabile  di bambini e donne incinte.

Lo dice il Comitato sicurezza alimentare con una nota e un video pubblicati sul portale del Ministero della Salute.

Il comitato ha rivalutato la problematica già esaminata nel parere “Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare” risalente al 2017, alla luce dei risultati di nuovi studi svolti dall’Istituto Superiore di Sanità.

L’alluminio per avvolgere cibi, vaschette metalliche e fogli di carta stagnola, spesso impiegati anche per la cottura, facilità la migrazione di questo metallo negli alimenti che “portare a un superamento della dose massima stabilita” ciò porta ad un potenziale rischio per la salute.

Già nel 2008 l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) ha definito una dose settimanale tollerabile di alluminio pari a 20 per un bambino di 20 kg e 70 mg per un adulto di 70 kg.

I dati scaturiti dagli studi condotti negli Stati membri, “indicano una significativa probabilità di superamento di tale dose nei bambini e nei giovani poiché maggiormente esposti all’alluminio contenuto negli alimenti”.

In particolari i condimenti acidi e salati, come ad esempio il succo di limone, alici salate o capperi sott’olio, pomodori, favoriscono la migrazione dell’alluminio nei cibi.

Pertanto il Ministero della Salute raccomanda  l’uso corretto dell’alluminio, e invita a leggere bene l’etichetta verificando che gli utensili realizzati con questo materiale siano idonei al contatto col cibo; evitare di usarli con cibi particolarmente acidi o salati; conservare gli alimenti oltre le 24 ore solo a temperatura di refrigerazione o congelamento; conservare a temperatura ambiente oltre le 24 ore solo gli alimenti solidi secchi come caffè o frutta secca.

Perché l’alluminio è tossico per la salute e quali sono i rischi?

L’alluminio è presente (in concentrazioni minime) anche in prodotti da forno che consumiamo abitualmente come pane, dolci e cereali, nel tè, nel cacao, nei formaggi fusi e in alcuni additivi chimici.

Senza dimenticare che lo possiamo trovare nelle pentole e nelle caffettiere in alluminio, nelle lattine delle bibite, nei tetrapak del latte, nella farina e nell’acqua.

Insomma, le fonti dalle quali possiamo “accumulare” alluminio sono molteplici, e superare la soglia di tollerabilità potrebbe sembrare più semplice di quello che si può immaginare, ma in realtà le cose non stanno così.

Nei soggetti sani “il rischio tossicologico dell’alluminio è limitato per via dello scarso assorbimento e della rapida escrezione”.

 I più vulnerabili alla tossicità orale sono coloro che hanno un diminuita capacità escretoria renale, ovvero “anziani, bambini sotto i 3 anni, soggetti con malattie renali e donne in gravidanza”.

Evidenziato che il rischio di contaminazione sia basso per la maggior parte della popolazione, perché l’alluminio è considerato pericoloso per la salute?

Analogamente ad altri metalli pesanti, si tratta di una sostanza altamente tossica per il sistema nervoso centrale, poiché può accumularsi all’interno di esso passando attraverso la Barriera Emato-Encefalica, una sorta di “scudo” che protegge il tessuto cerebrale dalle sostanze presenti nel flusso sanguigno.

Il punto è che normalmente l’alluminio biodisponibile (quello che accumuliamo attraverso l’alimentazione e altre fonti) viene espulso rapidamente attraverso le vie urinarie e non ha tempo di accumularsi nel cervello.

Dunque, come indicato dal Ministero della Salute, i soggetti più a rischio sono proprio quelli con ridotta capacità escretoria.

In base a un documento del Comitato sicurezza alimentare pubblicato sul sito del ministero, studi tossicologici ed epidemiologigi hanno mostrato che l’alluminio, oltre alla neurotossicità, può interferire con l’assorbimento di elementi essenziali, in particolar modo il Calcio e il Ferro; può interferire con il metabolismo osseo e determinare danni ai tessuti in rapida proliferazione, “in particolare il sistema emopoietico e il sistema riproduttivo maschile”; e può determinare nefrotossicità laddove la capacità escretoria renale è compromessa.

Gli effetti neurotossici dell’alluminio sono stati riscontrati in pazienti dializzati e alcuni studi hanno evidenziato un possibile legame col morbo di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, anche se – si sottolinea nel documento – “i dati scientifici a disposizione non siano sufficienti per sostenere tale associazione”.

Ritenuto possibile anche un “rischio intrauterino” per lo sviluppo del feto.

In soggetti allergici, infine, l’alluminio può dare adito a problemi gastrointestinali e dermatiti, ma è coinvolta una bassa percentuale della popolazione.