I consigli dell’Agronomo per mantenere l’oliveto in un buon stato agronomico e fitosanitario

Operazione consigliate per mantenere l’oliveto in un buon stato agronomico e fitosanitario.

Pianta dalle origini antichissime, all’olivo sono legati, in tutte le religioni, significati di profonda spiritualità, pace, rinascita. Forse anche per la sua longevità, da sempre l’uomo la considera una pianta sacra. Non sono rari, infatti, i riferimenti nei vari testi sacri, piuttosto che nei racconti delle gesta di grandi condottieri.

Non solo, l’ulivo è sempre stato una grande risorsa, sia alimentare, sia nella cura del corpo, dei capelli e della pelle.
Ma come si cura un oliveto?

A consigliarci è il nostro agronomo, che propone delle linee guida per MalaChianta, e che ringraziamo per la disponibilità e la cortesia.

Ma ora vediamo quali sono le operazioni consigliate.

1. Evitare potature drastica, branche (rami) principali e secondari, non superare 20-30%.
Le potature devono essere effettuate nei periodi idonei, che vanno dalla fine dell’inverno
sino alla fioritura.
Il taglio di rami importanti può portare a un indebolimento generale dell’albero e
l’instaurarsi ulteriori di patologie
Ricordando che il taglio eccessivo in alberi secolari potrebbe far incorrere in sanzioni.

2. Per il controllo delle infestanti è consigliata la trinciatura, in quanto:
a) la presenza di una protezione del terreno dai raggi solari, riduce la evaporazione
dell’acqua,
b) riduce la mineralizzazione della sostanza organica, evitando l’esposizione del terreno
nei mesi con maggiore insolazione;
c) le radici delle infestanti, decomponendosi creano i macropori, contribuendo a creare
areazione nel suolo.
La decomposizione delle erbe infestanti apporta sostanza organica.

3. Si consiglia il ripristino della fertilità del suolo, chimica, biologica e fisica, effettuando
concimazioni con sostanza organica nei periodi idonei.
L’apporto di sostanza organica può avvenire con l’impiego di letame maturato, compost,
concimi organici, stallatico, pollina, tenendo conto di verificare l’origine delle materie di
origine. Il sovescio, antica pratica culturale, permette un apporto di sostanza organica a bassi costi, le specie vegetali, più impiegate sono favino e lupino, che vanno interrati nello stadio della fioritura, ma possono essere impiegate altre generi della stessa famiglia (leguminose) capaci di effettuare la fissazione dell’azoto e altre che hanno caratteristiche e capacità differenti.
La sostanza organica ha le seguenti capacità:
a) Nutrizionale: Mette a disposizione in modo lento ma continuo elementi nutritivi (N, P, K ecc.)
b) Stimola: l’accrescimento e l’assorbimento radicale
c) Agisce su microflora e microfauna
d) Aumenta la Capacità di Scambio Cationico (C.S.C.)
e) Migliora le proprietà fisiche: struttura, permeabilità, capacità di trattenuta idrica,
sofficità ecc.

4. Trattamenti con fertilizzanti fogliari di effettuate nei periodi di ripresa vegetativa e inizi
della mignolatura favoriscono lo sviluppo dell’albero e aumenta la percentuale di
allegagione.
5. Nel caso di problemi fitosanitari, accertati, si può intervenire con composti a base di
rame, da preferire il rame organicato, utilizzati secondo le buone prassi di utilizzo degli
anticrittogamici, tenendo presente che:
a) essendo un metallo pesante può provocare fitotossicità;
b) si accumula nel terreno ed esistono limitazione al suo utilizzo, (Regolamento Ce n.473/
2002);
c) ha un azione di contatto e di controllo, avendo azione preventiva.
d) l’uso di questo fungicida e batteriostatico utilizzato in modo non corretto porta alla
riduzione della biodiversità del suolo, eliminando i microrganismi nel suolo, riducendo
la fertilità del suolo.
6. In caso di compattazione del terreno, dovuta a differenti cause, è consigliato la
lavorazione con erpici o scarificatori (tiller) o attrezzi che non effettuano un rivoltamento
del terreno e che non danneggino le radici, per arieggiare il terreno e permettere sia
l’ossigenazione che aumentare la permeabilità dell’acqua.
7. In caso di rimozione di rami secchi, accertati, è consigliata la cippatura alla bruciatura in
quanto è un ulteriore apporto di sostanza organica e contribuisce alla protezione dai raggi
solari insieme alle infestanti, inoltre la bruciatura riduce la sostanza organica e i
microrganismi dove è stata effettuata la operazione.
8. Sono auspicabili tutte le operazioni colturali che comportano un ripristino o un
mantenimento della fertilità del suolo e della biodiversità (micro e macro).