Co.Di.Ro./Xylella: Notificati dalla forestale dovevano essere eradicati nel 2015

 Notificati dalla forestale dovevano essere eradicati nel 2015 perché dichiarati infetti da xylella.

La prima volta furono salvati grazie all’intervento di un giovane di passaggio che ne impedì fisicamente la distruzione nonostante le piante fossero cariche di frutto.

La seconda grazie ai ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato sostenuti dal “Popolo degli Ulivi“.

La terza volta grazie al  sequestro della procura di Lecce del 18 dicembre 2015. Oggi sono così, come li vedete nelle foto.

In seguito alla pubblicazione delle foto di questi alberi sulla pagina Facebook di MalaChianta, in tanti hanno scritto per sapere quali fossero le pratiche adottate in questo uliveto che conta ottanta piante in tutto.

Volevamo tutti sapere e abbiamo incontrato il proprietario di questi ulivi, ancora alti e verdi a distanza di quattro anni dalla notifica di eradicazione perché dichiarati infetti da xylella, ovviamente le prove di ciò non sono mai state fornite.

Il proprietario è un coltivatore appassionato, ha acquistato i suoi ulivi circa trentadue anni fa e non ha mai smesso di dedicarsi alla cura delle sue piante, purtroppo però qualcosa lascia a desiderare, non siamo per niente contenti del suolo e non capiamo la ragione di tanto accanimento e largo uso di erbicidi.

Se da un lato però è impossibile non contestargli lo stato del suolo, molto discutibile, dall’altro altrettanto impossibile non tenere in considerazione che malgrado tutto le piante sono in vegetazione e preparano la fioritura.

Le piante non hanno avuto bisogno di alcuna potatura drastica. Non sono state  sottoposte a capitozzatura come gran parte degli alberi nella zona, tanto meno presentano  disseccamenti sulle chiome, neanche minimi, al contrario di tutte le piante intorno  che versano in grave stato di abbandono, completamente secche.

Dopo un breve scambio di opinioni sul suolo, chiediamo quali pratiche apporta sulle piante, il coltivatore risponde molto volentieri e racconta passo per passo tutti i trattamenti che esegue durante l’anno.

Pratiche adottate

Queste sono le procedure che ha elencato il proprietario di questi “misteriosi ulivi”.

Trattamento fogliare con Rame 7/8 volte l’anno da marzo a settembre, esegue un trattamento anche dopo la pioggia. Utilizza 1 kg polvere 2 quintali di acqua e con irroratore a spalla bagna tutta la pianta.

Solfato di ferro sui tronchi due volte l’anno, aprile settembre.

Concime, 5 kg ad albero di solfato ammonico una volta l’anno dopo la raccolta delle olive, in direzione della chioma intorno all’albero, non sotto al tronco.

Potature leggere tutti gli anni.

 

Alla domanda su cosa pensa se immagina che le sue piante sarebbero dovute essere eradicate nel 2015 mentre oggi sono ancora vegete risponde

“È molto probabile che non abbia potuto mangiare qualche giorno per racimolare i soldi e comprare questo uliveto, continuo a trattare le piante come ho sempre fatto e loro tutti gli anni fanno il loro lavoro”.

Sulla produzione aggiunge, “L’anno scorso non benissimo ma nonostante tutto ho portato l’olio a casa

Infine domandiamo cosa ne pensano i suoi figli di tutto il sacrificio e tutte le attenzioni che riserva ogni giorno alla sua terra e le sue piante, la risposta immediata, “Forse non sanno neanche dove si trovi il mio terreno

Mettiamo da parte la questione sulle nuove generazioni e la distanza che si è creata tra loro e la terra e la riflessione è questa:

Esiste un solo elemento in comune tra le pratiche di questo amico coltivatore e le due sperimentazioni che abbiamo avuto modo di approfondire nella nostra sede di MalaChianta, quella del Dottore batteriologo Marco Scortichini con Dentamet, e quella della Dottoressa Margherita D’amico patologa vegetale con il progetto SILEC.

L’elemento in comune è il rame che in tutti e tre i casi ottiene risultati sostanziali, piante verdi che producono che fanno la differenza.

Vere e proprie isole verdi.

Nessuno prende atto e fornisce risposte in merito?

Le piante dichiarate infette dovevano essere eradicate, piante dichiarate infette, cosa dobbiamo pensare? Ci sono spiegazioni in merito?

Chi sa se avremo mai delle risposte intanto i fatti sono questi e invitiamo tutti a prenderne atto prima di eradicare tutto.

Rame

Informazioni e indicazioni.

Il rame è un anticrittogamico a largo spettro d’azione attivo per contatto fogliare contro numerose micosi (in genere quelle provocate dalle Peronosporales) e contro le batteriosi in generale. Si impiega ad esempio per la difesa dell’olivo (contro l’Occhio di pavone e la Rogna), della Vite (contro la Peronospora), delle pomacee (contro la Ticchiolatura), delle drupacee (contro la Bolla e il Corineo), degli agrumi (contro il Mal secco e la Gommosi del colletto), della barbabietola (contro la Cercospora), in orticoltura e floricoltura(contro le “peronospore”, le “antracnosi”, le “septoriosi”, le “alternariosi” delle ortive e delle floricole).

Il dosaggio non dovrà comunque essere superiore ai 3 kg di rame metallo per ettaro all’anno (ogni formulato commerciale contiene una percentuale variabile di rame metallo, in base al tipo di prodotto).

I 3 kg/ha/anno vanno calcolati nella media di un arco di tempo di 5 anni usando preferibilmente al massimo 500 gr. per ogni trattamento. Nell’arco di un quinquennio non dovranno essere superati i 15 kg/ha/anno, nel caso vi sia un’annata sfavorevole. Si tratta di un basso dosaggio.

Occorre nebulizzare il getto in maniera adeguata per poter garantire una buona copertura della foglia (sopra e sotto) e della vegetazione.

Durante i trattamenti sarà fondamentale evitare il punto di gocciolamento dovuto ad un accumulo eccessivo di liquido sulla foglia; questo accumulo potrà determinare la caduta a terra del liquido con conseguente spreco del prodotto, favorendo anche e soprattutto il bioaccumulo del metallo nel terreno.

A tal proposito è consigliabile l’uso di appositi ugelli antideriva per effettuare i vari trattamenti. Mentre una stesura omogenea sulla foglia fornisce risultati migliori garantendo una copertura ottimale, completa ed uniforme. Questo vale comunque per ogni tipologia di trattamento fogliare.

Un uso eccessivo e sconsiderato di questo metallo può portare ad una serie di problematiche non indifferenti, depositandosi nei primi strati di terreno con ripercussioni negative per la vita microbica e lo sviluppo di batteri, funghi e lombrichi, determinando anche una selezione dei lieviti.

Il rame è di fatto un metallo pesante ed il suo accumulo nel suolo può avere conseguenze negative e addirittura inquinare le falde.

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